Settembre 2016 – Pagina 10 – La Notte dei Ricercatori CNR 2024

Mese: Settembre 2016

Comprendere le infrastrutture di ricerca

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Le infrastrutture di ricerca, strumenti ormai consolidati nelle cosiddette scienze dure, oggi si stanno diffondendo anche tra le discipline umanistiche grazie alla partecipazione dell’Italia a CLARIN (Common Language Resources and Technology Infrastructure), punto di incontro tra informatici, linguisti computazionali e studiosi del settore delle scienze umane e sociali.

Ma in pratica, cosa è una infrastruttura? Come funziona? Che cosa può offrire agli studiosi? Una infrastruttura è una rete di centri specializzati che fornisce al ricercatore, ma anche allo studente, risorse e tecnologie linguistiche e, soprattutto, competenza. Le infrastrutture di ricerca sono quindi un ambiente virtuale dove, tramite un accesso controllato, reperire ed utilizzare dati e strumenti linguistici senza che sia richiesto alcun background tecnologico specifico; consente inoltre la creazione di veri e propri laboratori virtuali per la collaborazione a distanza tra scienziati.

Ma le infrastrutture possono essere anche degli ambienti che facilitano l’uso dei servizi web sia singoli che concatenati, per ottenere rapidamente i risultati attesi. Nel nostro evento vedremo, appunto, una serie di servizi web che singolarmente o in combinazione, svolgono compiti di analisi automatica di testi latini.

Sulle tracce dei tartufi: olfatto, vista e…DNA

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Il tartufo è senz’altro il tubero più prezioso e ricercato dai bongustai di tutto il mondo. Ma come riconoscerlo e come valutare quelli di qualità migliore? Microscopi e computer mostreranno i diversi metodi di identificazione e caratterizzazione dei tartufi, che vanno dalla tradizionale analisi microscopica, basata sul riconoscimento di caratteri morfologici del corpo fruttifero con valore tassonomico, alle analisi molecolari di singoli geni o di sequenze di DNA ripetitivo, e alla valutazione degli aromi emessi dal carpoforo.

Am piasc! M’agradat! Indovina la lingua…

facebookFacebook è diventato negli anni un terreno dove le lingue regionali e minoritarie trovano sempre più espressione, e grazie al quale molti giovani si riappropriano del patrimonio linguistico tradizionale. Queste lingue autoctone appaiono non solo in pagine e gruppi dedicati, ma spesso diventano anche la lingua dell’interfaccia, come nel caso recente del sardo. Attraverso una panoramica di quali e quante lingue d’Italia sono usate su Facebook, e di un’attività ludica in cui si chiede di indovinare in che area geografica si colloca l’utente che scrive un determinato status/commento, l’evento si propone di far scoprire al pubblico la grande diversità linguistica del territorio italiano.

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